Particolare 1
Ettore Sottsass nel 1981 fonda insieme ad Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele De Lucchi ed altri il gruppo "Memphis", un autentico laboratorio di idee creative, che realizza opere che tengono conto delle relazioni tra oggetto, ambiente ed architettura e nelle quali alla funzionalità è anteposto il valore simbolico, emotivo e rituale.Il motivo "Bacterio" è utilizzato per molti oggetti di design e in particolare in questo caso è applicato su una calzatura.
Adidas APS Oki-Ni
I modelli utilizzati in questo modello hanno una somiglianza con i mobili creati del designer italiano Ettore Sottsass con il gruppo Memphis nel 1980.
Altre applicazioni "Bacterio"(Memphis)
Lampada Tahiti - Ettore Sottsass
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Particolare 2
Particolare dell'immagine fotografica di
Il numero 375 è inciso sul fronte dell'edificio, in alto a sinistra
"Molto spesso mi incontro con l'edilizia, con milioni di metri cubi di stanze tutte uguali, con una porta e una finestra, ammassati in grandi mucchi che arrivano anche a ottanta metri di altezza e certe volte anche a cento e forse a cento e cinquanta metri. Non so bene..."
Il libro: Foto dal finestrino, ADELPHI, Milano, 2009 - Ventisei fotografie affiancate da altrettante didascalie: luoghi, volti, paesaggi un po’ da tutto il mondo. L’idea sembrerebbe addirittura banale, se la penna che commenta queste immagini non fosse quella di Ettore Sottsass.
“Foto dal finestrino” è una piccola perla di ironia, divertimento, riflessione amara, che uno dei più grandi architetti italiani presenta a un pubblico troppo abituato, ormai, a scempi urbanistici, a case, a “montagne di stanze tutte uguali”, costruite senza minimamente pensare a chi, poi, ci andrà ad abitare.
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Particolare 3
Bruno Munari crea delle pillole alimentari di diversi diametri, confezionate in astucci bivalve molto eleganti per forma, colore, materia, semitrasparenza e semplicità d'apertura.
Sia il prodotto stesso che l'astuccio e l'adesivo derivano tutti da una unica origine di produzione. Non quindi lavoL'oggetto è monocromo ma con sensibili variazioni di tono, ciò gli dà un aspetto appena sofisticato, che però incontra anche il gusto dei consumatori più lontani da una cultura attuale.
Il colore è un verde, un certo verde molto noto sotto la denominazione popolare di "verde pisello", colore abbastanza bene calcolato fin dall'inizio della produzione e non più cambiato a tutt'oggi. Questo colore ha determinato influenze cromatiche anche nella moda e nell'arredamento intorno agli anni 20-30.razioni diverse su materiali diversi da montare poi in una successiva fase di finitura, ma una programmazione di lavoro molto esatta, certamente frutto di un lavoro di gruppo (team-work).
Design e cibo: un’unione che ha origine nello stesso processo creativo, fatto di attenzione e pazienza. Così come afferma, in una battuta, la giovane designer francese Constance Guisset che, nuova Alice nel Paese delle Meraviglie, scopre la vita nascosta degli oggetti quotidiani e progetta cucchiai, forchette e coltelli che, incastrati, sembrano acrobati volteggianti sulla tavola.
Quando Vitra, in occasione del centenario della nascita di Charles Eames, lanciò un’edizione limitata di Plywood Elephant, l’evento ebbe grande risonanza. Elephant, il simpatico pachiderma progettato nel 1945, ma mai prodotto in serie, fece registrare il tutto esaurito in pochissimo tempo, nonostante il prezzo elevato, dovuto agli alti costi di produzione.
La maggior parte dei suoi acquirenti naturalmente non considera Plywood Elephant un giocattolo, ma un esemplare da collezione, cosa che non sorprende, data la bellezza dell’oggetto in sé e l’edizione limitata. Peccato però che se ne sia persa l’accezione più vera: infatti originariamente Elephant era stato pensato per i più piccini (e il fatto che all’epoca quest’idea non poté essere realizzata fu unicamente dovuto agli alti costi di produzione e alle limitate possibilità di distribuzione).
Per questi motivi Vitra ha deciso di mettere a punto una versione di Elephant, che anche dal punto di vista del prezzo potesse essere “a misura di bambino”.
La decisione di utilizzare un materiale diverso, che ha consentito di realizzare il progetto, non nasce unicamente dalle intenzioni originali dei due designer, ma prende le mosse anche dal motto che ha dato vita a molti dei progetti dei due autori: “The most of the best to the greatest number of people for the least”. Preme ricordare in questo contesto che Charles e Ray Eames furono i primi designer che negli anni ‘50 avevano puntato su un materiale ancora ignoto nell’industria del mobile per la progettazione di sedute ergonomiche e relativamente economiche.
Oggi anche Plastic Elephant viene prodotto in polipropilene di cinque diversi colori (rosso, rosa chiaro, lime scuro, bianco e grigio ghiacco): che lo si consideri un giocattolo o un oggetto per la cameretta dei bambini, Elephant farà certamente battere più forte il cuore di tanti bambini e dei loro genitori. Naturalmente Eames Plastic Elephant è corredato della certificazione di sicurezza GS e CE per giocattoli.